Mondialità: misericordia e intercultura

Mondialità: misericordia e intercultura

Vi presentiamo l’introduzione al P.T.O.F di quest’anno con il tema che accompagnerà la progettazione didattica della Scuola Rossello.

Mondialità significa condividere nel profondo l’appartenenza ad una sola grande “Casa Comune” – la Madre Terra – partecipare ad un progetto che ci invita a prendere coscienza delle nostre responsabilità, come individui e come Famiglia Rosselliana. È un percorso che abbraccia l’educazione, lo sviluppo, l’intercultura, la pace e l’equità; perché Mondialità vuol dire anche superare determinati stereotipi e schemi a cui la scuola “tradizionale” e la società stessa ci hanno abituato.
Non ha più senso nel ventesimo secolo spiegare e far conoscere ad alunne/i solo le realtà più vicine. Il grande desiderio della nostra Santa Madre Rossello era “poter avere le braccia tanto lunghe da abbracciare tutto il mondo e fare a tutti del bene”.
Nell’era della globalizzazione, in cui tutto è a un clic di distanza e raggiungibile con facilità, anche per i più piccoli, sarebbe a dir poco anacronistico non insegnare loro che le differenze culturali sono ricchezze, tesori unici da ricercare nelle persone, nelle culture e nelle tradizioni anche diverse dalla nostra. Per farlo è necessario sviluppare e condividere un certo grado di intelligenza emotiva e, al contempo, le giuste competenze mediali. Acquisire delle conoscenze ed “essere colti, non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andarle a cercare”. Conoscere il lontano diventa motivo di arricchimento, una scoperta di valori per attuare una convivialità delle differenze in un mondo “Glocale”, ovvero globale e locale allo stesso tempo, il che significa non omologarsi verso “il basso”, cioè verso un appiattimento delle differenze e delle coscienze.
Questi, come tanti altri temi sono supportati anche dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, “un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ù Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità”.

La scuola deve essere quel laboratorio permanente di integrazione che prepara alla vita intera. “Non basta riconoscere e conservare diversità preesistenti, bisogna sostenere attivamente la loro integrazione attraverso la conoscenza della propria e delle altre culture, non basta convivere nella società, ma crearla continuamente insieme”. Dobbiamo agire per costruire armonia e in questo la scuola mantiene un ruolo primario attraverso i propri percorsi didattici di educazione al bello, al buono e al giusto e nel proporre modelli validi da seguire. Educare alla bellezza vuol dire dare
valore alla diversità, alla ricerca e alla sperimentazione.

Quindi non si tratta solo di trovare uno spazio per tutti dentro la scuola e nel mondo, ma di trasformare la realtà per diventare il cambiamento che vorremmo vedere intorno a noi: cuore a Dio e mani al lavoro!